

Vaccinazione emotiva
La pandemia ha spinto ognuno di noi a riconsiderare le proprie priorità. Si potrebbe pensare che l’amore sia qualcosa di cui si può fare tranquillamente a meno. Se c’è, tanto meglio, ma se non c’è, fa lo stesso. In fondo, le relazioni amorose non sono necessarie per il sostentamento. Così l’adattamento del nostro ruolo relazionale e sessuale, potrebbe sembrare un aspetto poco rilevante durante una pandemia. Eppure l’amore romantico ci accompagna, in un modo o nell’altro, quasi per tutta la vita. Ed è uno degli aspetti che contribuisce maggiormente a rendere la vita degna di essere vissuta.
L’impatto della pandemia sull’amore romantico è stato forte e trasversale a tutte le varie fasce di età e, forse, se ne è parlato relativamente poco. Pensiamo all’effetto del distanziamento sui ragazzi che normalmente si approcciano alla sessualità muovendo i primi passi all’interno di relazioni travolgenti ed effimere. Ai giovani uomini e alle giovani donne che avrebbero avuto bisogno di stabilire nuove relazioni mature, di acquisire un ruolo sociale e di usare piacevolmente il proprio corpo. Pensiamo ai genitori costretti a quarantene fiduciarie scomode, negli spazi (spesso) ristretti delle proprie abitazioni, impegnati in complessi equilibrismi tra lavoro e scuola da casa, che hanno visto risicato lo spazio della propria intimità di coppia. Oppure ai single, che hanno ridotto la possibilità di socializzare e di incontrare dei potenziali partner, anche solo occasionali. E non dimentichiamo la popolazione più anziana, quella considerata più a rischio fin dal primo momento, e all’importanza delle relazioni sentimentali e sessuali per la qualità di vita in questa fascia di età. La Pandemia ha di fatto congelato le relazioni, spolpato all’osso il superfluo fino all’essenziale. Ed è per questo che l’amore, comunque, resiste.
Probabilmente quando la campagna vaccinale avrà raggiunto una buona copertura, le persone nelle varie fasce di età potranno tornare a vivere le loro relazioni e l’amore con meno preoccupazione. Dal punto di vista epidemiologico le relazioni torneranno a essere sicure. Ma la sicurezza in amore è una cosa ancora diversa.
Certo, non è una novità, è solo che la pandemia ha sottolineato questi aspetti con l’evidenziatore fluorescente. I maltrattamenti in famiglia, i femminicidi e gli episodi di omicidio-suicidio, a cui assistiamo continuamente, sono le situazioni più estreme, sono solo la punta di un iceberg. L’amore non dovrebbe essere tormentato. A volte non riusciamo a guardare realisticamente la nostra vita, perché ci spaventa troppo l’idea di applicare queste etichette a noi o alle persone che amiamo. E la nostra incapacità di usare certe parole, quando sarebbero appropriate, spesso ci preclude la speranza di risolvere i problemi. I fatti di cronaca testimoniano le conseguenze di una cattiva educazione affettiva. Non basterà un vaccino per mitigare questi fenomeni. Il miglior antidoto è l’educazione al rispetto e all’amore di sé.
L’educazione affettiva è un bisogno trasversale, anche se per noi donne forse è più urgente. Quando essere innamorate significa soffrire stiamo amando male, ci servono degli anticorpi relazionali. Quasi tutte abbiamo amato male almeno una volta, e per molte di noi questo è stato un tema ricorrente di tutta la vita. Perché, per ragioni storiche, siamo più portate a pensare male di noi ed è possibile che cerchiamo un partner che ci faccia sentire migliori. Penso che la vaccinazione emotiva che può rendere sicuro l’amore sia l’educazione affettiva.