Un viaggio verso di sé

Il viaggio è spesso utilizzato come metafora della psicoterapia. Freud invitava i pazienti a descrivere la propria vita come se la osservassero dal finestrino di un treno. Jung paragonava l’analisi – e più in generale la vita – a un viaggio costellato da esperienze e figure ricorrenti (gli archetipi). Spesso la psicoterapia è descritta come un “percorso” e, infatti, condivide molti aspetti con l’esperienza del viaggio: a volte sentiamo il bisogno di imboccare questo percorso e lo affrontiamo anche senza una meta precisa, altre volte, per quanto ben programmata sia l’esperienza, emergono fatiche e risorse impreviste. Inoltre, quello che ci “portiamo a casa”, sia nella terapia che nel viaggio, va ben al di là di qualcosa di concreto (un souvenir, la risoluzione di un sintomo), ma ha più a che fare con un’esperienza nuova, insolita per noi, con una modalità di vivere non sperimentata in passato.

Per questo ho scelto come nome per il mio blog e per i miei profili social Il filo di Oriana, perché intendo la psicoterapia come un viaggio di conoscenza alla scoperta di se stessi. Il riferimento è al mito di Arianna e Teseo. Il labirinto rappresenta il Sé e il filo rappresenta la relazione. Accompagno le donne ad addentrarsi nel labirinto e grazie alla relazione psicoterapeutica le aiuto nel loro percorso di individuazione per fare un’esperienza esplorativa individuale. Nel labirinto ci si confronta coi propri limiti, con le questioni irrisolte del proprio passato e con le proprie aspettative. Il labirinto richiama anche gli intricati percorsi della vita, dove ci si può perdere. È il simbolo dell’angoscia dell’uomo moderno che vive in un’epoca di incertezza, alla ricerca di un senso, alla ricerca di Sé. E così il percorso del labirinto diventa un confronto con il lato più oscuro di noi, il nostro inconscio, la zona d’ombra. Il labirinto come viaggio interiore, come confronto con le proprie paure, con i lati più nascosti e bestiali della personalità, è un itinerario mentale, un cammino di conoscenza. Il Filo di Oriana quindi è il filo dei ricordi, delle emozioni, dei pensieri da riavvolgere, per esplorare una parte profonda di sé, per affrontare le nostre paure più profonde – il nostro Minotauro – e per trovare un equilibrio nuovo – l’uscita dal labirinto.

(In sottofondo: Nuvole Bianche di Ludovico Einaudi)

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