Viva la mamma

Diventare madre è generare, creare, proteggere e prendersi cura. È un’esperienza che ti cambia, ti assorbe completamente, ti richiede un sacco di tempo e di energie. E allo stesso tempo ti apre il cuore, ti infonde speranza, ti regala emozioni fortissime e attimi di meraviglia. Essere madre significa imparare dai propri figli. Solo esistendo e senza saperlo i figli insegnano alle madri ad amare incondizionatamente.

Insomma, essere madre è una cosa faticosissima e bellissima. Eppure, dobbiamo fare attenzione a non scivolare nella rappresentazione stereotipata della donna sposa e madre, tanto presente, anche in questo momento storico, in ogni ambito della vita sociale. Perché questa rappresentazione finisce per opprimerci nella nostra stessa casa e soprattutto nella nostra testa. Dobbiamo cercare di stare in guardia dalla retorica della maternità e dai suoi inganni.

Credo che dovremmo ribellarci alle aspettative di compiacimento altrui, allo spirito diffuso per secoli nell’immaginario maschile e femminile che impedisce alle donne la realizzazione in quanto essere umano. Non lasciamoci distrarre dalla nostra autonomia facendoci confondere con le decantate virtù della modestia e del sacrificio. Per secoli siamo state messe al posto deciso per noi da altri. E questo richiamo ai ruoli inoffensivi imposti dalle convenzioni si è spesso servito della retorica della maternità.

In una società in cui lo Stato non riconosce importanza al ruolo di madre né offre alcun supporto allo sviluppo della famiglia e in una realtà in cui molto spesso capita che i padri siano assenti o astutamente incapaci, per noi donne è un dovere non diventare delle super-mamme. Le super-mamme sono quelle che credono in se stesse in modo eccessivo e dannoso, mirano alla perfezione in ogni settore, non si fidano di nessuno e rischiano di finire col consumarsi da sole e con l’alienarsi.

Noi donne siamo uniche, siamo plurali. Vogliamo figli, non li vogliamo, li vorremmo, preferiamo non averne, non possiamo permetterceli, vogliamo dedicarci alla nostra professione, aspettiamo la persona giusta che abbiamo in mente. Una madre non è solo chi mette al mondo un bambino ma anche chi ama incondizionatamente e si prende cura di qualcosa o di qualcuno. Non sono i figli a farci madri ma la nostra capacità di amare.

Che bello sarebbe essere tutte madri. Madri di un’idea, di un progetto, di un percorso, di un bambino, anche se non li abbiamo fatti noi. Perché a definirci non è tanto quello che facciamo ma piuttosto come lo facciamo. Altrimenti sarebbe come dire che se non vuoi o non puoi fare un figlio, non potrai essere felice o essere completa.

Che tu sia mamma di qualcuno (chiunque sia) o di qualcosa (qualunque sia) ricorda che l’amore che metti in quello che fai, è l’amore che la migliore delle madri mette in ogni cosa che fa.

 

(In sottofondo En e Xanax di Samuele Bersani, la versione live ft Gnu Quartet)

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